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calati juncu

Caliti Juncu , Teatro-Canzone con uno spettacolo ispirato dall’omonimo libro di Salvatore Barone, Operaincerta Editore. Testi di Agata Raineri, musiche originali di Alessandro Cavalieri, al pianoforte il maestro Pietro Cavalieri. Con Saro Pizzuto e Agata Raineri. Ospitati dal centro cinofilo Sottotimpa, Valverde.

e fino a qui …

ou, si mangia, specificato nel prezzo del biglietto, si mangia. (prendete fiato): E si mangiau prima dello spettacolo in un posto che è uno spettacolo che ha fatto da cuccia allo spettacolo del ricordo emozionante di quanta emozione c’è in un legame che, forse, a salterello, è pure più forte di quello che ci lega ai genitori. Il nonno e sua nipote. Lo so, era lunga.

Quindi a stomaco quietato, che è la formula più sana per una quieta stasi sulla seggiola attorno a un tavolo dove non c’era, nonostante il prato, nemmeno una zanzara, LO SPETTAcolo calau, come la birra, fresco fresco, a mettere in connessione nannu e niputi, ma non solo loro, pure noi, nanni e niputi. Io personalmente sono facile da trascinare per questo canale ma ero distratta. Sì. Dalla metamorfosi di Agata, a niputi, che nica nica, generalmente parla piano, non si arrabbia, ma se lo fa, miagola un pelo più forte e allora stavo lì a osservare il crescendo, eheh, ora patti, dai, sì. Ebbè, poi canta. E canta su musiche e parole di una certa qualità, Alessandro è di spessore e mi sono incantata a guardare quando quello spessore era vicino allo spessore da cui proveniva, cioè suo padre, Pietro Cavalieri. Preciso, elegante, austero, lineare. Nel caso questo, di iddi sa cantanu e iddi sa sonanu, che spero si scriva così altrimenti porgo la spalla destra (che sulla sinistra dolente c’ è il vaccino che volevaTE), dicevo, questo caso esatto genera una commistione di cose molto buone, chessò, quando la nonna faceva la caponata cu tutti i crismi, fritti tutti gli ingredienti a uno a uno, che oggi due etti dovrebbe sfiorare i mille euro come minimo… una caponata fatta ad arte, un odore di cacao spolverato sopra, aggiunta “moderna” a una ricetta storica. E un nonno confortevole. Nonno Pasquale. Saro Pizzuto.

Nonni che sono l’enciclopedia dell’infanzia, la voce che risuona sempre dentro di noi, come monito, con un sorriso.

Che dire, che vi posso dire. Niente. Se affiora emozione, se spunta rievocazione, se nasce il paragone, se viene la pelle d’oca e non siamo a dicembre, lo spettacolo funziona. E addirittura, azzardo, ogni singola parte è spettacolo e andrebbe gustata a sè, ma il tempo non c’è mai, per la sola musica, per la sola recitazione, per il solo canto. Qui c’era tutto in un’unica iniezione. Ma non era vaccino, di malinconia per le proprie radici ci si ammala lo stesso e non viene più lieve se non stemperandolo con una risata. Touchè.

Sicchè ho comprato il libro…pronta a tuffarmi nelle parabole, nelle “maledizioni” (percepite tali dagli adolescenti) dei nanni, come quelle predizioni prima di uscire di casa, con la canottiera, sulla vespa e lei, me nanna, era lì a pronosticare ” a frevi e a pummunia” azz…e l’nfluenza arrivava la sera. Allora subito a pagina 53, calati juncu ca passa la china che non è sottomettiti a tutto, ma si umile e riconosci ciò che è più forte di te, abbassati per non farti spezzare, sii più intelligente che presuntuoso…io chissà che credevo. Vado a leggere il resto, c’è mia nonna in questo libro. Pure la tua.

hdr
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