Giovanna ma…
Il senso.
Non c’è un senso o forse è così grande che non lo vediamo. Metti l’orizzonte. Anche noi siamo l’orizzonte di qualcuno che sta dall’altro lato. Ma non lo vediamo.
Giusto.
Potrebbe essere.
Giovanna ma…
Il sentire.
Sento solo dolore.
Definisci dolore.
Ti faccio un esempio: c’è uno là fuori nel mondo che sa che, se dovesse incontrarmi, in un angolo remoto del passato, potrebbe pensare di dirmi: vieni a casa, subito!
Nel passato? Quale casa?
Lì. sì. Dentro. Noi.
E il dolore dov’è?
Nel sapere che non lo incontrerò più in quell’angolo remoto del passato dove potrebbe dirmi: vieni a casa subito! A casa. Capisci? Ma tanto lui è casa con tutte.
Senti solo dolore?
No, anche un dolore nero.
Due dolori… perché il primo di che colore è?
Bianco brillante accecante.
Ecco. Definisci il dolore nero.
Il dolore nero è quello che non puoi raccontare a nessuno perché non è tuo, e mentre ti rimbalza da una vena all’altra aumentando le tue pulsazioni, non puoi far nulla. Sei legato a un masso. Nero.
I suoi segreti, se fosse che, come tutto il resto, fossero veri, me li ha riversati addosso, se fosse che, e c’ha scavato un fosso.
Ne ho la responsabilità e per questo non lo posso fracassare.
Non lo posso ferire, anche se hanno ferito me.
Ha il porto d’armi e può sparare.
Io no.
E cerco un nuovo angolo. Ecco Giovanna. Ecco qui il sentire.
Dovevo farmi rimborsare i soldi dei baci. Sento di avere speso troppo e questo mondo è diventato rotondo per evitare che gli angoli di oggi diventino quelli in cui domani possa sentirsi autorizzato a dirmi: vieni a casa, subito! Ma il mondo tondo non ha indicazioni né zone di sosta.
La certezza a volte svolta presto, a pagina 3 di certi libri. E se svolta vuol dire che c’è un nuovo angolo.
Che libri.
Quelli che hai comprato oggi, ti ho visto sai…
Ah. Sa leggere.
Bene.
Giovanna ma…
Dormi, domani rimodelliamo il mondo.
Bene. Buonanotte. Ma i soldi dei baci?