
è che uno c’ha l’ansia o che non ha mai risolto con la roba subìta an passant.
IO PER ESEMPIO SONO perseguitata dallo spirito del mio piercing per il naso: Il PIERCING della Senna, il signor ragnetto.
Ebbene, mi aveva avvisato, per anni l’ho perso, un giorno sì e un giorno no, per ritrovarlo. Era lui, sia chiaro, che mi faceva questa gentilezza, si rendeva reperibile. Poi canticchiava di un certo brillantino, perso il primo e ricomprato e io muta, lui incalzava…lo sai che se ti metti con quello lì lo perdi come quell’altro, di pircing si parlava… E’ vero, con quello lì ne avevo già perso uno quasi vent’anni fa. Come fosse uno scotto da pagare e alla fine in bilancio un lenzuolo col buco di sigaretta. Un conto salato. Un libro rovinato col vino. E il mio primo importante brillantino. Perso. Insieme al tempo. Perso.
Questa volta no, gli ho detto. E invece sì, perso presto presto come fosse un presagio. Già strideva dentro di me il presagio, io canticchiavo per sovrappormi. Strideva eppure ingaggiavo la sfida….pure dopo ..finché il Piercing della Senna, sballottato a destra e sinistra per quasi due anni, voluto e non voluto, amato e screditato, ingannato ma poi non era vero che era stato ingannato, poi sì ma per metà, le famosissime mezzeverità, ha detto stop. S’è perso. Nei meandri di una suola da scarpa, tra le polveri, in un terriccio, o con l’acqua del secchio. Non cambia. S’è stancato perchè era pure vecchio.
Potrei tornare sulla Senna, la farei facile se non fosse che l’aereo non mi va. E comunque a casa mia ha un’anima ogni oggetto. E lui è lì, il ragnetto, nell’aria.
Non so nemmeno se vuol essere sostituito, un poco di pace l’ha avuta con un pesante ‘processo di reso’. Adesso pare sopito. Allora ci spero, che salti fuori da un momento all’altro, io glielo dico, guarda che l’ho scaricato… niente, non si trova. Si è incazzato. Io so cos’ha. Voleva che sganciassi alla decima pietanza e invece ce sono state dopo un’infinità. Per amore, eh. Ma il ragnetto, che quello che aveva da dire lo aveva detto, s’incagnato. Ma per favore, ma che gli fai pure da mangiare… si mummuriava giusto giusto. C’aveva ragione lui, beninteso, ma certe cose se non le vivi non le saprai mai.
C’era. C’era il ragnetto che l’aveva detto. C’era la mattina che era foriera di un lutto, c’era ad asciugar lacrime a sentir litanie, a veder fantasmi, a riassettar cassetti, a rammendare maglie, a stirare camice, a cucire gli ultimi bottoni, a riesumare ricette per mangiare cibi buoni, a lasciare sugo e pane e biscottini pure per domani, a riempire ciotole di gatti. C’era nella posa militare di un sonno che sganciava sinistri, nel scivolare in bagno per non far rumore, nel comprare camice e mutande per fare l’amore, pantofole per non farlo raffreddare, c’era a contrattare spizzichi di prosciutto che se continui così ci resti morto, c’era a spezzettar due pesche per non farlo morire. C’era quando il giorno prima a cuocersi al sole. il giorno dopo a contare buchi nel muro di una sala d’attesa rigata dai quadri delle misure per la prevenzione, c’era a comprar pigiami . Ora qui ora là. Il ragnetto era rassegnato a non ricevere un caxxo. Ci veniva trascinato. Già lui se l’era immaginato. Lo sapeva dal primo mattino a resuscitar gerani, lui. Non gliel’ho mai chiesto ma se era ragnetto era pure maschietto?
C’era nei nei non siamo nulla ma non uscire da quella porta.
C’era quando pianopiano questa cosa s’è rotta.
Non si spiegava perchè nonostante una misera ripetizione di nulla, fossimo sempre lì, il libro, una birra, un carrellino e una sigaretta.
Non c’è un altro posto? si mummuriava
Io lo so perchè s’è incazzato. La disfunzione cognitiva. Il gatto di Schrödinger, il fatto.
Come lo vedi tu? rispondeva più di qua che di là, poi lui veniva a cercare l’ultima possibilità per non morire, un cane, qualche bottiglia, parlava d’amore e si pisciava sulle scarpe, due baci lunghi e riappariva il camaleonte. Il ragnetto, mano sulla fronte, minchia…di nuovo viaggi all’orizzonte.
La disfunzione congnitiva….
Lei. Si ma pure altre tre LEI e di certo QUattro e la quinta solo di concetto.
Stavamo così bene. IO E il ragnetto. Prima, con una sola disfunzione…e questa cosa che credeva così agognata come fosse nave da crociera e non piccolo pirata. Era solo speranza che in quell’UNO potesse guarire. Il ragnetto si mummuriava, non c’è niente da fare.
Fatto.
ADESSo respira.
Respira bene, gratis o a pagamento.
inspira pace espira guerra
(ce la fai? O c’è ancora qualcosa che si contorce nello stomaco e non sono solo i gamberetti?)
inspira amore espira rancore
(ce la fai? O la distorsione cognitiva si infrange a livello sacrale e genera perenni atomi di rancore che solo infierire con tagli e sale e poi una passata di pecorelle potrebbe metterti a riposo?)
inspira bene espira malefici
(comincia a farsi difficile…difficile resistere alla tentazione di rispedire al mittente, ma noi si respira, amorevoli e attente)
inspira commiserazione espira ammirazione
(questa è facile…non c’è nulla ma proprio nulla di valore)
inspira pienezza espira disarmonia, discromia, distorsioni
(intanto è buono che tu li veda netti), sembrerebbe inutile, come ballare per far scendere la pioggia.
allora respira,
inspira bianco espira nero
prova a mettere una carta sotto al cuscino
Mangia sano
Medita al mattino
Dormi sempre come un bambino…
poi arriva lui, l’uomo delle stelle che ci puoi andare sulla SEnna a cercar ragnetti.
Inspira viaggi espira relitti
inspira coerenza espira misfatti.
finiti?
inspira aria espira quello che vuoi
Fai. Non resta che chiedere scusa al ragnetto, ti vengo a prendere, te lo prometto.