I bambini afferrano i doppi sensi e li ingoiano e poi il loro pancino diventa un pancione. Pesante come un elefante, mi hanno suggerito qualche giorno fa. Sì, me lo ha detto la mia microassistente.
Elefante.
Ci penso e ci ripenso , e penso pure alle gastriti, quelle che ci facciamo venire ingoiando battute acide, amori andati a male, commenti scaduti, intenzioni riscalDate, roba rimessa sul fuoco disperatamente che sicuramente il giorno dopo può andar bene ma, troppo tempo dopo, non si fa più digerire. Ma questa è la mia sensazione, quella di una con le intolleranze (non chiedetemi perchè, chiedetevi se ne avete voi, se ne hanno i vostri figli: cosa è esattemente che non si riesce a tollerare?).
I grandi possono cambiare strada, cambiare le cose, proteggersi. I piccoli devono tenersi l’elefante… nascerà una storia da questa cosa, abbiam deciso:
sArà la Storia di Sofia e di Lele, il suo pancino.
La mia microassistente mi ha detto che devono essere disegnati in maniera distinta:
SOfia a sinistra , Lele a destra, grande, molto grande.
CI vuole stomaco, mi viene da dire. Una pancia. Una pancia grande per aiutare i pancini.
E storia sia…